(di Massimo De Simoni)

 

Il pantano politico nel quale ci troviamo ha da oggi un problema in più.

Dopo le lacrime di coccodrillo del leader leghista è arrivata infatti la seconda puntata – dopo quella di un anno fa – della politica dei due forni (anche detta della poltrona sicura con chi sia sia, purché sia!) messa in scena da Luigi Di Maio, uno che di poltrone se ne intende avendo occupato contemporaneamente i posti di Ministro, Vice Presidente del Consiglio e (come si usa dire tra i cinque stelle) “capo” politico del Movimento; ma chi scherza con il fuoco rischia di bruciarsi!

Devo ammettere che – pur avendo un’assoluta contrarietà rispetto al governo appena naufragato – sarebbe curioso assistere ad una riedizione della maggioranza giallo-verde per vedere come Salvini riuscirebbe a rimangiarsi gli insulti contro il M5S dicendo sostanzialmente “abbiamo scherzato”, ma soprattutto per capire che fine farebbero tutte le contestazioni che Giuseppe Conte ha mosso al leader leghista nel corso del dibattito al Senato.

Sarebbe interessante (solo a titolo esemplificativo) vedere se i cinque stelle continuerebbero a considerare di fondamentale importanza chiarire i rapporti politico-affaristici russi della Lega o se sarebbero disposti a tollerare ulteriormente i quotidiani sconfinamenti politici del “capitano”, che non perderebbe comunque il vizio di giocare a tutto campo incurante di ruoli, funzioni e procedure.

Lo spettacolo è reso ancora più squallido dalle voci (non smentite) secondo le quali i due ex-vice premier si starebbero promettendo reciprocamente la poltrona di Presidente del Consiglio, pur di evitare le elezioni o un governo diverso dal precedente; il loro pensiero è chiaramente rivolto ad un possibile regolamento di conti all’interno dei rispettivi partiti.

La scena ricorda quella dei pugili suonati e stremati che si sorreggono abbracciandosi, insomma una brutta immagine di decadenza politica.