(di Massimo De Simoni)

No, non ci sono più gli invincibili! Perché non ci sono più le certezze di una volta, ma potremmo dire anche semplicemente di quindici o venti giorni fa.

In pochissimi giorni il ciclone COVID-19 ha travolto tutte le nostre convinzioni sulla inviolabilità della nostra condizione, quella di essere una generazione al riparo da catastrofi, carestie e pestilenze varie, quindi destinati ad andare sempre e solo avanti.

Mai avremmo pensato di poter essere ristretti nei nostri spazi domestici e nei nostri movimenti da una norma, in tempi di pace; già, in tempi di pace..!

Ma in tanti cominciamo a chiederci se quello che stiamo vivendo sia un “tempo di pace”.

C’è un nemico pericoloso e addirittura spietato, c’è la paura, c’è l’incertezza sulla durata del conflitto e sul futuro, ci sono i morti e i “feriti” che affollano gli ospedali che rischiano di collassare; gli ingredienti per sentirsi sotto attacco ci sono tutti.

Ma in guerra per vincere si deve stare uniti con grande spirito di sopportazione, senza perdere di vista l’obiettivo finale di sconfiggere il nemico, cominciando dal prendere coscienza di non essere gli invincibili che pensavamo di essere fino a ieri, specialmente noi che apparteniamo (senza particolari meriti personali) al cosiddetto “mondo occidentale” opulento e sviluppato. E’ proprio per noi infatti che può risultare più faticoso un adattamento a situazioni difficili nuove ed inedite.

Ma questa vicenda ci potrebbe aiutare a riscoprire il valore dei rapporti interpersonali, dell’incontro e dello stare insieme in una fase storica in cui si rischia di passare per vetusti se si fa una riunione con le persone in carne ed ossa, anziché in videoconferenza o conference-call. Il divieto di stare insieme fa infatti crescere in noi una naturale voglia di vederci ed incontrarci

Ma non dobbiamo lasciare che sia un virus ad umanizzarci per forza o per costrizione.

In questi giorni possiamo ugualmente essere vicini al nostro prossimo, ognuno come può, mostrando per primi a noi stessi che non è tutto perso e che le donne e gli uomini di questo mondo insieme possono ancora vincere.